Dicono di noi i nostri autori

 

Qualcuno, non ricordo più chi è stato, mi aveva messo in guardia: stai attento che Tecla mangia gli autori esordienti così come, è risaputo, i comunisti fanno con i bambini. E Veronica, buona quella!, non riesce a contrastarla. Purtroppo però sono state le uniche a credere nel mio talento (!) e mi hanno pubblicato il primo manoscritto. Per il primo anno ovviamente ho evitato accuratamente di frequentarle. Soprattutto ho cercato di non farmi mai trovare da solo e per cautela ho comprato anche uno spray urticante. Poi mi hanno pubblicato anche il secondo e così, non essendo più tecnicamente un esordiente, ho provato a uscire dal guscio. Non era vero niente! Anzi ho scoperto che quella stupida maldicenza era opera della subdola contro-informazione delle multinazionali straniere.

Salvo Barone

La Todaro è una casa editrice dove le parole ruolo e competenza hanno ancora valore e contenuto. Un luogo così raro, nel panorama che ci circonda, che non frequentarlo sarebbe un autentico delitto.

Paola Sironi

Come tutte le cose che funzionano, il mio incontro con Todaro è nato  per caso. Su consiglio di una amica bolognese avevo mandato il mio primo noir alla casa editrice bolognese Ossigeno, diretta da Stefano Benni, che però chiuse i battenti quasi subito. Non so per quali vie traverse il romanzo sia poi arrivato nelle mani di Franco Foschi, che lo spedì a Milano, alla Sherlockiana. Tecla Dozio lo lesse, mi chiamò e mi disse di andarla a trovare. Da allora è nato un rapporto intenso, che vive dentro e fuori i libri. Tecla e Veronica Todaro non sono solo rispettivamente la mia editor e la mia editrice, sono due amiche carissime assieme alle quali ho pubblicato quattro romanzi, frequentato festival e conosciuto altri autori, bevuto ottime bottiglie di vino e soprattutto trovato un’identità di scrittore, cosa di cui sarò loro sempre grato.

Roberto Valentini

Noi meridionali, si sa, siamo un po’ prevenuti. Diciamocela tutta, forse persino un po’ razzisti, specialmente nei confronti dei settentrionali, poverini. Così, una lontana sera del 2004, mentre mi preparavo a conoscere Veronica Todaro che era venuta a Napoli a incontrarmi nell’imminenza della pubblicazione di Il segreto di Pulcinella, ero un po’ preoccupato, convinto che mi sarei trovato davanti la classica imprenditrice meneghina, tailleurino Armani e borsa Prada… evidentemente (e fortunatamente) mi sbagliavo, come dimostrano gli altri tre romanzi che nel frattempo abbiamo pubblicato insieme, per non parlare dell’amicizia che mi lega a Veronica e a Tecla Dozio.

Ugo Mazzotta

Una casa editrice seria, aliena dalle facili mode correnti, che propone ai lettori solo opere e autori di assoluta fiducia. Le “Impronte”, in particolare, costituiscono un corpus ormai impressionante di giovani scrittori italiani di genere: la collana, aperta alle novità e agli esordienti, può vantare la scoperta di parecchi narratori ormai affermati, da Marcotullio a Tornaghi, da Valentini a Zamberletti e rappresenta una vera pietra miliare nell’evoluzione del nostro noir.

Carlo Oliva

In una recente intervista al quotidiano La Prealpina di Varese ho avuto la sfrontatezza di paragonare Veronica Todaro ad Amelia Earhart, l’aviatrice americana che è stata la prima donna a compiere il giro del mondo in aereo negli anni 30. Ci vuole un certa dose di coraggio e spericolatezza per imbarcarsi, con al fianco l’illustre “navigatrice” Tecla Dozio, in un’avventura come quella della collana “Impronte”. Sorvolare l’oceano di manoscritti, che hanno adottato il giallo come genere prediletto, pescando testi di qualità non è da tutti. Solo con un po’ di spirito intraprendente da editoria di altri tempi e la competenza di chi per una vita ha navigato a vista tra giallo a noir, è stato possibile inoltrarsi in questa vicenda. Un’avventura che speriamo continui a lungo: c’è ancora molto da esplorare nel misterioso mondo delle pagine scritte.

Fabrizio Canciani

Puntualità nelle decisioni, desiderio di crescere con i libri proposti, cura attenta e puntigliosa nella edizione, un pizzico di follia che si mescola continuamente a molta concretezza. Non dimentichiamo che sono svizzeri… Cosa può desiderare di più una giovane autrice?

Lucia Zorzi,
autrice di “Taccuini d’Irlanda”

Anche se la Todaro Editore mi paga meno degli altri editori con cui lavoro, e se quando vedo comparire il numero telefonico della loro redazione sul display del mio telefono so che nel migliore dei casi mi aspetta un’interrogatorio su ciò che ho scritto, come e perché l’ho scritto, pubblico volentieri con questa casa editrice perché posso contare su un editing molto accurato e ho la certezza che il prodotto finale sarà un libro che acquisterei anche se non ci fossero i miei testi.

Rita Boini,
coautrice di “Natale a tavola” e di “L”anima delle cucine”

Molti dei testi presentati da Todaro Editore, offrendo una duplice chiave di lettura, permettono di svolgere, nel medesimo campo di interessi, approfondimenti di diverso livello.
Che si parli di fiori, di erbe, di cucina o di architettura, l’impegno di muovere dagli aspetti manifesti della materia verso significati più riposti e meno indagati, rappresenta l’originale tentativo di offrire, sia al lettore comune che allo specialista, la possibilità di percorrere alcuni poco visitati angoli del sapere.

Marco Nicoletti,
autore di “Le case arcane” e coautore di “L’anima delle cucine”

Ho un ricordo che mi accompagna dall’infanzia, negli ormai lontanissimi, anni ’60. Il profumo di un’enciclopedia per ragazzi, i mitici “Quindici”, che ha segnato una generazione, la prima ad essere massicciamente “mediatizzata”.
Un profumo buono, di carta, di inchiostro e di ore di lettura e di sogni.
I collaboratori della Todaro Editore hanno avuto lo stesso imprinting, voglio scommetterci. Anche loro hanno sfogliato i “Quindici” e li hanno annusati. E il profumo deve essergli piaciuto. Ecco perché hanno scelto di lavorare nell’editoria: tutti legati dalla passione per la lettura e dalla curiosità verso aspetti originali o poco conosciuti.
Oggi che produrre senso e comunicazione significa immergersi nel flusso immateriale dei byte, c’è bisogno di oggetti profumati.
Un profumo buono, di carta e di inchiostro e di ore di lettura e di sogni.

Stefano Lazzari,
autore del “Manuale semiserio del perfetto navigatore in Internet”

Come si prepara una copertina TE

Prendere un foglio (di carta), disegnare un rettangolo con la matita e scrivere all’interno dello stesso il titolo (ben equilibrato in sezione aurea).
Preparare il fondo [ pittorico] secondo le procedure antiche (tramandate oralmente):

n]………………………………………………………………
n+1]…………………………………………………………
n+∞] ……………………

Infine dialogare con il lay out, l’immagine di fondo, il disegno o la fotografia di cp. e le esigenze di produzione (cfr. Platone, I dialoghi dell’Amore).
Per una buona riuscita della G. Opera si consiglia di lavorare alla luce di Wuud.

Giorgio Bulzi, Art director