Salvo Barone

Salvo Barone è nato a Palermo nel 1956.

Bancario, ha vissuto in Sardegna per una decina d’anni e da altri dieci risiede a Como. Laureato in Scienza Politiche con una tesi sui mezzi di comunicazione di massa, è sposato e ha due figli.
Ha tanti difetti, a cominciare dalle tibie martoriate e inappellabilmente storte. Eppure lui è convinto che questa sia una qualità, se è vero che per camminare dritto, nella vita, è anche importante saper deviare.
Calciomane incallito (provate a chiedergli dei suoi miti sessantottini e vi risponderà senza esitare Tanino Troja), ha una visione manichea della vita. Anche se, ragionandoci sopra, ha dovuto constatare che, più facilmente, il mondo si sostiene sul principio del “tengo famiglia” e del “vediamo di non farci troppo male”. Coltiva legami a lungo termine. Non pratica il bon ton deliberatamente, evitando però di farsene accorgere. Ecco perché complessivamente è una persona a modo.
Tra i suoi desideri irrealizzabili, possedere la vena umoristica di Petros Markaris, quella lirica di Leonard Cohen, e la timbrica di Tom Waits. Vivere nell’antica Atene di Margaret Doddy e soprattutto fare ritornare in vita Falcone e Borsellino. Se poi il Palermo vincesse lo scudetto, sarebbe un trionfo.
Nel 2010 pubblica Le regole del formicaio e nel 2012 Una giustizia più sopportabile.