Volata lunga – 1a puntata

Dalla nostra antologia “Delitti sotto l’albero“, un racconto di Carlo Oliva, in 4 puntate.

Volata lunga

22 ottobre
Questa mattina, quando sono uscito,  ho trovato un camion carico di fili elettrici, lampadine e tubature metalliche varie, parcheggiato proprio davanti al passo carraio di casa mia. Per fortuna, ho pensato, non devo prendere la macchina. Poi mi sono accorto che quelli erano addobbi natalizi – stelle comete, fiocchi di neve stilizzati o qualcosa del genere – e che i due operai che si davano da fare con una scala all’inizio della via, proprio vicino all’edicola, li stavano montando. Ho comperato il giornale e ho controllato la data. Sì, oggi è proprio il 22 ottobre. Roba da non credere: è praticamente estate, c’è ancora l’ora legale, deve ancora arrivare il week end dei santi e quelli stanno già pensando al Natale. Assurdo.

27 ottobre
Credo che per il week end, in definitiva, finirò con il restare a Milano. Avevo pensato che se la casa al mare fosse stata libera avrei potuto farci un salto, magari in compagnia, ma naturalmente ci va mia sorella Anna, con marito e figliolanza al completo. Quando ho risposto al telefono ed era lei, ho capito subito che c’era qualche bidone in arrivo e infatti. Naturalmente mi ha chiesto se ci andavo anch’io, assicurandomi che la camera piccola era libera (grazie tante) e che i ragazzi sarebbero stati felici di vedermi (figuriamoci), ma quando ho risposto no grazie, che avevo un po’ di lavoro da finire e volevo approfittare di questi due o tre giorni di tranquillità (non è esattamente vero, ma qualcosa mi dovevo pur inventare), non ha fatto una piega e, anzi, ha detto subito che allora Serena, la mia nipote più grande, avrebbe potuto portarsi un’amichetta, che ci teneva tanto, ma prima di dirle di sì volevano essere sicuri che la stanza non servisse a me. Tanto per fare un po’ di conversazione le ho raccontato che sotto casa mia hanno già montato gli addobbi di Natale e lei, senza fare una piega, mi ha detto che nella loro via ci sono già da dieci giorni. Però, mi ha spiegato, non li accenderanno prima di Sant’Ambrogio, che è già qualcosa. Ha aggiunto che dovremmo cominciare anche noi a pensare al Natale, per non fare tutto all’ultimo momento come gli anni scorsi e mi ha chiesto se ho qualche idea per il regalo della mamma. Il che vuol dire che qualche idea ce l’ha già lei e che deve essere particolarmente letale. Loro sono in cinque, ma il prezzo dei regali per la mamma, chissà perché lo dividiamo sempre in due, metà a me e metà a loro, e viene sempre una bella cifra. Speriamo bene.

31 ottobre
Oggi finisce l’ora legale, la città è mezza vuota, nel senso che se ne sono andati praticamente tutti, e si sta benissimo. Mi è venuto in mente che, in un certo senso, mia sorella ha ragione: per non finire come al solito, al Natale dovrei proprio cominciare a pensarci anch’io, farmi venire qualche idea. Piuttosto di sottopormi per l’ennesima volta  a tutto il rituale del pranzo, dal salmone affumicato (che detesto) al panettone (che mi fa male), per non dire dei brindisi e dello scambio dei regali, con le relative lamentele e proteste da parte dei gemelli, ai quali non ne va mai bene una e che vorrebbero sempre qualcosa d’altro, e gli sguardi di disprezzo di mia nipote, con mia sorella che le dice di ringraziare lo zio in un tono che significa chiaramente “figlia mia che cosa vuoi farci da uno come lui non ti puoi aspettare niente di meglio”, questa volta mi sparo.

(continua)