Carlo Oliva parla di “Bevo grappa” su Radio Popolare

Il testo della recensione che Carlo Oliva ha scritto per Radio Popolare su Bevo grappa (Paola Sironi).

“Le signore, notoriamente, non bevono grappa e Flaminia, la protagonista di questo insolito romanzo, che Bevo grappa appunto si intitola ed è l’opera prima di una narratrice, Paola Sironi, che fin d’ora si palesa assai promettente, una signora indubbiamente è.  Vive, come dice lei, nella ricca Brianza, tutti i giorni va a lavorare a Milano, dove si occupa di sistemi informatici per un istituto di credito, è provvista di fidanzato regolamentare, sia pure non sempre esaltante (in fondo, lo frequenta dai tempi del liceo) e cerca, come tutte le signore, di badare al meglio alla sua famiglia.  Solo che la famiglia in questione proprio convenzionale non è: è composta da tre fratelli, che, dopo la morte dei genitori, si sono variamente rifiutati di accedere all’età adulta e le si sono messi, come si dice, sul gobbo.  Così, vivono tutti e quattro nel vecchio appartamento di mamma e papà, lei nella stanzetta che fu della nonna, i fratelli facendo a turno tra la camera da letto principale e il divano del soggiorno, a seconda delle varie necessità amatorie.  In effetti, Massimo sogna di essere un grande investigatore privato alla Vazquez Montalbán, ma si serve della sua agenzia, alla Bovisa, soprattutto per agganciare facoltose divorziande da cui farsi, se possibile, mantenere; Fabio ha un lavoro più convenzionale, ma il suo interesse principale è rappresentato da una impegnativa relazione con una signora (attualmente) separata e provvista di due bambini due, mentre Valerio. che non ha mai superato lo choc della crescita, tra una canna e l’altra si trova benissimo nei panni del giovane disadattato che se per caso trova un lavoro si fa licenziare subito e cambia ragazza ogni tre mesi.  Tutti e tre, comunque, quando non sono presi da queste loro faccende, trovano naturale che la cara Flaminia si occupi delle loro necessità materiali e, in definitiva, non c’è da stupirsi se ogni tanto la poveretta cerca conforto in un occasionale grappino al bar del centro sociale, che è poi l’unico posto in cui quel posapiano del suo fidanzato è disposta ad accompagnarla.
Capirete che la vita dell’eroina, già abbastanza difficile di suo, si complica alquanto quando il mancato Pepe Carvalho, indagando per conto della solita moglie tradita, incappa in un autentico doppio omicidio.  Nella sede dell’azienda del reprobo qualcuno ha fatto fuori la segretaria e un pony express di passaggio. Una coincidenza sfortunata, una brutta storia da lasciar subito perdere?  Macché, la situazione è più complicata, c’è il sospetto che Massimo non sia stato coinvolto così per caso, e poi c’è di mezzo l’amante del marito fedifrago, una ragazza ungherese molto bellina, e come si fa a lasciarla nelle peste qui, sola in terra straniera?  Ma siccome il fratello per investigare fa conto soprattutto sull’intuito, toccherà a lei, Flaminia, che ha una mentalità razionale e una spiccata tendenza a mettere in ordine i peggiori casini, trovare la soluzione di un intrigo davvero complicato.
Insomma siamo di fronte a una storia metropolitana (o submetropolitana) contemporanea, dal ritmo vivace e con qualche elemento di commedia brillante.  Il tutto è molto divertente da leggersi, ma non fatevi ingannare dal tono spigliato fino a smarrire il nucleo fondamentalmente serio del romanzo.  Tra la ricca Brianza e l’operosa Milano ne succedono di ogni e, ridendo e scherzando, l’autrice ha messo insieme un noir vero e proprio, che è, notoriamente, cosa meno facile di quanto sembri. Congratulazioni, auguri e buona lettura”.