Bad Panda recensito da Franco Foschi

IL LUPO DENTRO DI NOI

di Franco Foschi

Da qualche tempo, e sempre più di frequente nella cultura 2.0, chiamiamola così, i codici morali dell’umanità in generale hanno subito uno slittamento verso l’incertezza, lo sfarinamento dei dogmi, e l’immacolata forza delle dottrine ha patito più di uno scossone. Il mondo della comunicazione ne è stato il veicolo principale. Quante volte per esempio nella letteratura, nel cinema, nella musica, i cosiddetti cattivi hanno trovato qualche rivalutazione che spesso, addirittura, li fa amare. Uno dei veicoli più determinati in questo senso è sicuramente il noir.

Prendiamo per esempio questo Bad Panda. Trattasi di commissario di Polizia, siciliano d’origine e di matrimonio, un figlio lontano, una carriera milanese solida per capacità e fermezza. Ebbene questo Agatino, apparentemente così solido dentro al suo tran tran casa/lavoro,  nasconde in realtà un passato oscuro (di cui verremo a conoscenza con progressivo, minimo, sapiente dosaggio) e soprattutto un presente patologico, con una schizofrenia a un passo dall’essere conclamata. Agatino è abitato dalle immagini di accompagnamento di un lupo, di un uomo di Neanderthal, di Achille che discute con Dante. Da queste visioni riceve consigli, indirizzi di pensiero, ma anche prorompenti spinte ad agire. E quando sei così preda, prima che cacciatore, i confini tra legalità e crimine diventano sempre più labili, e comunque esili e fragili, facilissimi da oltrepassare.

L’indagine nella quale Bad Panda, assieme agli amici e collaboratori, si tuffa è una di quelle che fa bruciare d’indignazione e ribellione: la tratta di schiavi, venduti e comperati senza scrupoli da venditori e acquirenti, con, per questi schiavi, il destino già segnato della sottomissione totale e della crudeltà, fino alla scomparsa. Si fa fatica a pensare che esista un mondo così, e infatti l’accesso a questo mondo è protetto allo spasimo, dal dominio misterioso del deep web, del peer to peer. Solo una piccola falla permetterà al commissario Bad Panda di entrarci e…

Gli ingredienti del noir, secondo gli studiosi Beuve e Chaumeton, sono inconfondibili, il noirdeve essere “onirico, strano, erotico, ambivalente e crudele” . Ma soprattutto, a mio parere, disturbante. In questo libro di Bonisoli gli ingredienti ci sono tutti, perfettamente integrati, con una parziale eccezione per l’erotismo ma con in più l’impianto teorico premesso all’inizio di questo scritto: sappiamo tutto, sappiamo che Agatino è più Bad Panda che poliziotto, eppure stiamo in apprensione per il suo destino, per ciò che farà, e in conclusione, anche se non possiamo amarlo, non possiamo neanche odiarlo.

Nella prima metà del libro l’approccio di Bonisoli al discorso è intellettuale e nostalgico (la memoria…), per poi trasformarsi, nella seconda metà, in esclusivo, travolgente delirio criminale. Il tutto sorretto da una scrittura di cristallo, impeccabile, che non tempera la ferocia ma non esagera nel cruento, nel grand guignol, pur non risparmiandoci tutto quel che è necessario alla narrazione. Dentro alla ferocia in particolare non ci cadiamo, ci veniamo trasportati piano, passo dopo passo, in modo da non rendere niente ributtante, ma convincente e compartecipante. E in questo, in questa condivisione dei termini scrittore/lettore, Bonisoli è davvero un mago.

Ci troviamo quindi di fronte a un libro assoluto, e come tutti i libri assoluti si può solo o amarlo visceralmente o detestarlo. Io appartengo all’esercito, che spero numeroso, di chi ama. Bonisoli mi ha fatto soffrire, anche un po’ inorridire magari, ma più che mai mi ha fatto sentire all’interno del popolo del libro.

La conclusione, ancora una volta un po’ oscura e feroce, apre un altro paradosso, e cioè che non è una conclusione-conclusione (tornerà, Bad Panda?): l’autore ha sentito il bisogno, penso insopprimibile, di chiudere con una postfazione firmata con nome e cognome. La quale ancora una volta è ondivaga, complessa, misteriosa e cupa, e non ci lascia affatto tranquilli: chi?, è la domanda, chi! Ma il Libro Assoluto, dopo averci frustato, stimolato, inorridito e appassionato, ci dice anche: io ho parlato, ora tocca a te ragionare.

Sarà capitato chissà quante volte, nella vita di un lettore, che un libro ci abbia lasciato indifferenti. In questo caso è impossibile – ed è per questo che è una scommessa vinta, da non perdere.

Luca Bonisoli, “Bad Panda – l’istinto del lupo”, Todaro Editore 2019, 181 pagg, 15 euro