Lettera aperta di alcuni piccoli editori indipendenti

Siamo piccoli editori indipendenti e abbiamo partecipato al primo Salone dell’editoria che si è svolto dal 6 all’8 giugno a Milano, nell’ambito del Festival Letteratura Milano, giunto invece alla sua terza edizione.

Abbiamo aderito con grande interesse a un’iniziativa che ci sembra importante e meritoria, perché si propone di colmare gli storici vuoti che fanno di Milano (la capitale dell’editoria, nell’immaginario collettivo) una delle città meno attente ai piccoli editori indipendenti e alle forme di produzione culturale dal basso. Conoscevamo il festival, nato nel 2012, perché si è ormai conquistato un suo spazio e una sua credibilità, almeno fra noi addetti ai lavori e presso una fetta di pubblico attenta e coinvolta. Sapevamo già, proprio guardando all’esperienza del Festival Letteratura, che le iniziative di questo tipo hanno saputo da un lato attrarre e trovare apprezzamento attraverso canali e ambiti “social” (che non significa soltanto sul web, dove pure il seguito è molto ampio, ma anche nel passaparola), ma hanno per contro trovato modesto e faticoso riscontro presso le istituzioni e i media tradizionali.

Siamo però davvero ammirati, dopo aver vissuto queste giornate del Salone, per la stupefacente capacità esibita nell’arte di ignorare, svicolare e tacere, proprio da chi per ruolo dovrebbe essere il primo interessato a dare visibilità a una manifestazione del genere.

Siamo sinceramente colpiti dalla destrezza con cui le istituzioni milanesi, di fronte a un grande evento culturale realizzato a costo zero (per loro) e attraverso l’opera di volontari, hanno mirabilmente evitato di offrire forme di visibilità, di sostegno, persino di semplice presenza e testimonianza alla manifestazione, evitando con accuratezza di facilitare alla cittadinanza l’accesso a uno spazio di incontro culturale che è unico nel suo genere, per questa città. Impresa non semplice, perché sarebbe bastato davvero poco (una dichiarazione, un comunicato stampa, un po’ di affissioni, qualche agevolazione) per cadere in tentazione rischiando di agevolare l’accesso del pubblico.

Anche meglio, però, hanno saputo fare i grandi organi di informazione, a partire dai quotidiani cittadini (compresi quelli nazionali, ma con ampia sezione milanese e ottimi spazi per le pagine “culturali” locali). Non era davvero facile riuscire a venire meno persino al minimo sindacale di rispetto per il proprio lavoro, dando quantomeno notizia dell’esistenza del Salone: eppure ci sono riusciti. Una bella impresa, di fronte alla quale passano in secondo piano le poche righe frammentarie, confuse e spesso condite di errori dedicate ad alcuni eventi del Festival, o l’accurata assenza di giornalisti tra gli spazi espositivi.

Davvero, non possiamo che essere ammirati e apprezzare l’impegno profuso per mettere in atto una così meticolosa campagna di non-informazione della cittadinanza e dei lettori. Un apprezzamento tanto più grande se pensiamo che il tutto non può, con evidenza, essere frutto di banale distrazione o di sciatta approssimazione nello svolgere il proprio mestiere, quanto invece di consapevole scelta da perseguire con estrema cura.

Rayuela Edizioni

Autodafè Edizioni

Archivio Dedalus

Conti Editore

Edizioni Eraclea

Edizioni Il Pineto

Edizioni Saecula

DivinaFollia Edizioni

Fedrighi Editore

Fratelli Frilli Editori

Marco Saya Edizioni

Memori Editore

Parallelo45 Edizioni

Rediviva Edizioni

Sagoma Editore

Todaro Editore

Milano: un’occasione mancata

Salone MilanoLo scorso fine settimana abbiamo partecipato alla prima edizione del  Salone della Piccola Editoria, organizzato all’interno del Festival della Letteratura di Milano. Eravamo circa una quarantina di editori, alcuni piccolissimi e sconosciuti altri già noti al pubblico milanese, alcuni di Milano e provincia altri venuti da lontano.

La location era molto bella, un ex fornace sui Navigli, gli organizzatori gentili e disponibili e il buon umore ha accompagnato l’inaugurazione del venerdì sera, un piccolo aperitivo in giardino accompagnato da musica dal vivo.

Peccato che… nessuno a Milano ne sapesse niente, di questo Salone. E come mai? Ci siamo chiesti noi espositori (editori). In effetti, sulle pagine dedicate alla città dei maggiori quotidiani milanesi, non abbiamo visto un articolo sulla manifestazione né durante la fiera né nei giorni precedenti (mi dicono che è uscita una segnalazione negli appuntamenti di TuttoMilano, l’allegato della Repubblica).

Da una piccola indagine svolta, pare che le cose stiano così: il Comune di Milano non ha dato nessun sostegno all’iniziativa (e non si chiedevano soldi, solo spazi e un aiuto nella comunicazione). E invece, pare (ripeto, pare) che la manifestazione non sia stata neanche inserita nel comunicato stampa del Comune sulle iniziative del fine settimana a Milano.

Ora, se questo fosse vero (parto sempre dalla presunzione di innocenza), sarebbe veramente vergognoso. Come è giusto, il Comune e i quotidiani danno sempre spazio alle iniziative che possono interessare gli abitanti milanesi, dalla festa del gnocco fritto, alla fiera dei fiori (cose che adoriamo tutti e siamo lieti vengano promosse), ma forse anche i piccoli editori (che si fanno un mazzo così anche durante i fine settimana per far conoscere le loro pubblicazioni) avrebbero diritto a un po’ di visibilità. Anche perché hanno a che fare (chi più chi meno) con qualcosa che si chiama letteratura, strettamente imparentata con la cultura. E di questi tempi, gli sforzi per sostenerla (soprattutto da parte delle istituzioni) dovrebbero essere scontati.

Naturalmente è possibile, e me lo auguro, che né il Comune di Milano, né i giornalisti ne sapessero niente. Nonostante i vari comunicati stampa inviati dagli Organizzatori del Festival.

Io spero sia così: colpa del caldo che ha colpito Milano la scorsa settimana e che ha avuto un effetto ottundente sulle menti, e di una generale distrazione dovuta all’arrivo dell’estate.

Se così non fosse, si dovrebbe pensare a un totale disinteresse per un’iniziativa che avrebbe potuto essere un momento di aggregazione per quelle (poche, mi rendo conto) persone interessate alla lettura, ai libri (non solo i best seller dei grandi editori) e a incontrare scrittori che non vanno in televisione.

Forse sarebbe meglio organizzare l’evento in autunno, quando il caldo non è un pericolo. Devono essere giunti alla stessa conclusione anche gli organizzatori di Bookcity che si tiene a novembre, e che di rassegna stampa ne ha sempre molta, e anche di collaborazione da parte delle istituzioni.

Comunque, la domenica sera il Salone ha chiuso, i visitatori saranno stati qualche centinaio (a essere ottimisti), le presentazioni (una cinquantina) erano spesso pressoché deserte (salvo parenti e amici dell’autore, se della zona) e l’umore degli espositori era a terra (provate voi a stare 12 ore al caldo dietro a un banchetto senza la consolazione di un po’ di visitatori e/o possibili clienti). Tutto questo è triste, anche perché nelle altre città (alcune molto meno importanti di Milano) i saloni della piccola editoria funzionano e sono appoggiati da assessorati e stampa locale, penso a Chiari, Pisa, Modena, Roma ecc. Perché non a Milano?

Naturalmente il prossimo anno ripeteremo l’iniziativa (spero) e siamo certi che sia il Comune di Milano, sia i giornalisti non si lasceranno scappare l’occasione per parlarne diffusamente.

veronica todaro

 

Cinquanta sfumature di giallo…

…è il titolo della presentazione organizzata sabato 7 giugno alle ore 19,30 all’interno del Salone Piccola Editoria di Milano.

Tecla Dozio parlerà con Patrizia Debicke van der Noot e Marcello Tropea dei loro ultimi romanzi “La Sentinella del Papa” e “Incubo premonitore”, ma non solo: sarà affrontato anche il tema della diversità dei generi all’interno del mondo giallo/noir.

La Todaro Editore sarà presente alla manifestazione con uno stand per tutta la durata del Salone, che si inaugura venerdì 6 giugno alle 17:00 e chiude domenica 8 alle 20:30.

Vi aspettiamo

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