Ancora grazie…

Abbiamo “scovato” un’altra recensione su labottegadelgiallo.com e ne ringraziamo l’autore.

Questa volta tocca a Che male c’è? di Ugo Mazzotta.

Il romanzo di Mazzotta ha un sapore di vero poliziesco all’italiana come difficilmente se ne trovano in giro. Le storie narrate che s’intrecciano al caso di omicidio creano una cornice necessaria ma indipendente dalla storia principale. A Prisco ci si può affezionare fin dalle prime pagine, ci si affeziona anche alla dottoressa Congiu che è il suo alterego femminile. Tutti e due hanno relazioni amorose molto travagliate, tutti e due sono molto rigidi nel loro ambito lavorativo e tutti e due cercano giustizia.

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Ugo Mazzotta tra i semifinalisti del Premio Nebbia Gialla

Con il romanzo “Che male c’è?” Ugo Mazzotta partecipa come semifinalista al Premio Nebbia Gialla 2014.

Gli facciamo i complimenti e un “in bocca al lupo”.

Un altro autore che ha pubblicato con noi è tra i 10 prescelti, Alberto Paleari, con il romanzo “L’estro del male” pubblicato da E/O. Anche a lui i nostri complimenti e i nostro auguri (ma un po’ meno ;-))

Speriamo di avere buone notizie a metà giugno.

Due commissari, due isole

Sabato 24 maggio alle 11,30 alla Libreria 6 Rosso (in via Albertini a Milano), la nostra mitica Tecla Dozio condurrà l’incontro “Due commissari, due isole” dove Ugo Mazzotta e Carlo Barbieri parleranno dei loro ultimi romanzi, uno ambientato a Cagliari e l’altro a Palermo.

Seguirà aperitivo con vino e salame dell’Oltrepò Pavese.

Vi aspettiamo!

Locandina Mazzotta Barbieri A4

Recensione di “Che male c’è?”

Grazie a Loredana Aiello per la bellissima recensione del romanzo di Ugo Mazzotta

… Rigorosa non è soltanto la scansione temporale; la stessa architettura del romanzo è studiata nei minimi dettagli. Ugo Mazzotta predilige essere un narratore “mimetizzato”. Il suo è un giallo costruito in terza persona, i personaggi non sono mai presentati in maniera tradizionale e, spesso, prima di capire chi sia il soggetto bisogna aspettare qualche rigo. Per certi versi e con modalità che la rendono molto attuale, la scrittura di Mazzotta sembra riprendere quelli che sono stati i dettami del verismo verghiano. Il suo stile “impersonale” è velato da un’impostazione scientifica che sicuramente non sarà estranea ai suoi studi e al suo mestiere: il suo linguaggio, e di riflesso quello dei protagonisti del racconto, è burocratico, medico, volgare o dialettale, a seconda del contesto socioeconomico che si affronta di volta in volta…

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